L’utilizzo eccessivo di farmaci antibiotici negli ultimi decenni sta portando al fenomeno dell’antibiotico resistenza. Questa è causata dall’alta esposizione a questi farmaci. Infatti, porta a sviluppare strategie che permettono ai microrganismi di sviluppare meccanismi di resistenza. Questo vuol dire che le terapie fatte con antibiotici contro questi microrganismi saranno meno efficaci. In questo modo le infezioni sono molto più complicate da trattare ed aumenta il rischio di diffusione, di patologia grave e di morte. Ne consegue che le medicine diventano inefficaci e le infezioni persistono nel corpo, con l’aumento del rischio che il contagio si trasmetta ad altri.
La pandemia da SARS-CoV-2 del 2019 ha messo l’accento sulla necessità di elaborare un sistema integrato a livello globale per migliorare la sorveglianza. Per questo è stato ottimizzato il progetto One Health. Si tratta di un approccio integrato ed olistico per equilibrare ed ottimizzare
- la salute delle persone,
- degli animali e
- degli ecosistemi.
Sfrutta le interdipendenze tra questi tre elementi per creare una nuova sorveglianza sulle malattie.
Le applicazioni del progetto One Health
Le mancanze negli approcci integrati su conoscenza e prevenzione del progetto sono stati visti come promotori della pandemia. La strategia del progetto si fonda sul concentrare gli sforzi per approfondire i collegamenti tra salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente. One Health si pone come un approccio innovativo per migliorare la salute globale.
Tra i vari target del progetto ci sono:
- Antimicrobico resistenza
- Zoonosi, che sono malattie infettive causate da microrganismi che passano da animali ad essere umani. Alcuni esempi sono Ebola, influenza aviaria e rabbia.
- Malattie trasmesse da vettori, che colpiscono le persone che vengono punte da vettori, come zanzare, zecche, pidocchi e pulci. Ne fanno parte la Dengue, il virus West Nile, la malattia di Lyme e la malaria;
- Sicurezza alimentare e malattie di origine alimentare, causate dalla contaminazione del cibo. Questa può avvenire a qualsiasi stadio della produzione alimentare, trasporto e catena di consumo. Ne fanno parte Salmonella e Listeria;
- Salute ambientale, come inquinamento delle acque, dell’aria e cambiamento climatico.
Antibiotico resistenza
Gli antimicrobici, che includono antibiotici, antivirali, antifungini ed antiparassitari, sono farmaci usati prevalentemente per prevenire e trattare infezioni in esseri umani, animali e piante. I microrganismi che sviluppano resistenza a questi trattamenti, sono anche conosciuti come “super microbi” (in inglese superbugs). Gli antimicrobici sono la pietra miliare della medicina moderna. L’emergenza e la diffusione dei patogeni resistenti mina la possibilità di trattare infezioni comuni, ma anche di intervenire con procedure salva vita, come la chemioterapia per il cancro, l’operazione per il parto cesareo, trapianto d’organi ed altri interventi.
Inoltre, le infezioni farmaco resistenti hanno un impatto sulla salute di animali e piante, riducono la produttività delle coltivazioni e minacciano la sicurezza alimentare.
L’antibiotico resistenza ha un costo significativo sia per la sanità, che per l’economia. Ad esempio, rende necessarie cure più costose ed intense, costringe a ricoveri prolungati e mina la produttività agricola. L’antibiotico resistenza è un problema comune a tutti i Paesi e a tutte le fasce di reddito. Fattori che la favoriscono sono un ridotto accesso all’acqua pulita, servizi igienico-sanitari ed igiene, sia per gli esseri umani, che per gli animali.
Il monitoraggio in Italia
Nell’ambito dell’ottica One Health, in Italia è stato istituito il sistema di sorveglianza AR-ISS. Questo si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica che inviano annualmente i dati di sensibilità agli antibiotici. Si raccolgono dati ottenuti nella routine di laboratorio per alcuni patogeni rilevanti dal punto di vista clinico ed epidemiologico ed ogni 5 anni viene pubblicato un report di aggiornamento.
Buone pratiche per contrastare l’antibiotico resistenza
Continuare ad utilizzare questi farmaci in maniera inconsapevole potrebbe farci tornare a una situazione equivalente a quando gli antibiotici non esistevano. Proprio per questo è essenziale che ciascuno faccia la sua parte. Ma cosa fare?
- Utilizzare gli antibiotici solo secondo dosaggi, modalità e tempistiche indicate dal medico. Questo concetto vale per gli esseri umani, come per gli animali da reddito e da compagnia;
- L’igiene delle mani al primo posto: prima di maneggiare alimenti o di togliere le lenti a contatto, dopo aver usato i mezzi pubblici od essere stati in ospedale. Sono tante le situazioni in cui è fondamentale lavare le mani con acqua e sapone, che rimane una delle azioni più semplici ed efficaci per prevenire le infezioni.
- Non utilizzare gli antibiotici in modo improprio. Tosse e raffreddore, ad esempio, sono patologie che nella maggior parte dei casi derivano da infezioni virali. L’utilizzo di antibiotici, che servono per il trattamento di infezioni batteriche, non serve a nulla.
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