La ricerca sugli endocannabinoidi iniziò con la scoperta del THC negli anni ’60 come costituente psicoattivo della Cannabis. Questo ha ispirato ricerche sulla sua farmacologia e meccanismo d’azione. I recettori dei cannabinoidi sono stati scoperti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Il primo fu il recettore CB1, mentre nel 1993 fu caratterizzato il recettore CB2. L’esistenza di recettori dei cannabinoidi altamente conservati tra le specie, implicava l’esistenza di molecole endogene con meccanismo simile (endocannabinoidi). Si tratta infatti di composti che con un meccanismo simile ai costituenti attivi della cannabis si legano e modulano i recettori dei cannabinoidi.
Endocannabinoidi umani
La ricerca scientifica si è orientata per identificare i composti endogeni che si legano e modulano i recettori dei cannabinoidi nei mammiferi. Sono stati scoperti due endocannabinoidi,
- N-arachidonoiletanolamide (anandamide, AEA)
- 2-arachidonoyl glicerolo (2-AG).
Il sistema endocannabinoide è un importante sistema fisiologico. Ne fanno parte i recettori CB1 e CB2, i loro ligandi endogeni, AEA e 2-AG, e gli enzimi responsabili della sintesi e degradazione degli endocannabinoidi.
Recettori degli endocannabinoidi
Il recettore CB1 si trova principalmente nel sistema nervoso centrale. All’interno del cervello, si trova
- in alta densità nei gangli della base, così come
- in componenti chiave del percorso del dolore discendente e
- del circuito dello stress/paura/ansia.
Inoltre, è presente anche nella maggior parte degli altri tessuti e organi del corpo. Oltre alla loro localizzazione centrale, i recettori CB1 sono infatti espressi e sintetizzati in specifiche strutture del midollo spinale e trasportati nei nervi periferici.
I recettori CB2 sono presenti soprattutto a livello periferico, con una densità particolarmente alta su cellule e tessuti del sistema immunitario. La presenza di questi recettori a livello centrale deve ancora essere spiegata del tutto. Si sa, però, che i CB2 possono essere indotti in risposta a lesioni o stati fisiopatologici.
Si tratta di un sistema di segnalazione i cui componenti sono ampiamente espressi in tutto il corpo. Il sistema endocannabinoide, quindi, svolge un ruolo chiave nella regolazione di una vasta gamma di processi fisiologici, tra cui
- il metabolismo,
- l’umore, e la risposta allo stress,
- la funzione motoria,
- l’appetito,
- il controllo cardiovascolare,
- la funzione del tratto gastrointestinale,
- la risposta immunitaria e infiammatoria,
- la funzione endocrina,
- la neurotrasmissione e
- il dolore.
Nel contesto della percezione del dolore, in particolare, i componenti chiave del sistema endocannabinoide si trovano lungo le vie nocicettive. Di conseguenza, una strategia può essere mirare al sistema endocannabinoide. Si può fare attraverso l’aumento dei livelli di endocannabinoidi o con l’aiuto di cannabinoidi esogeni. Questo può ridurre la trasmissione nocicettiva a diversi livelli neuroanatomici. Le cellule gliali, che esprimono componenti del sistema endocannabinoide, rappresentano un altro target attraverso il quale i cannabinoidi o i modulatori del sistema endocannabinoide possono regolare il dolore attraverso interazioni neuro-immuni.
Effetti dell’attivazione dei recettori CB1 e CB2
Gli agonisti diretti di CB1 (come il THC) e gli agonisti non selettivi dei recettori cannabinoidi che penetrano il SNC hanno il potenziale di produrre effetti farmacologici indesiderati (ad es. psicoattività, alterazione motoria e della memoria). Anche se gli effetti motori complicano la valutazione comportamentale degli effetti antinocicettivi di questi composti, non escludono l’esistenza di meccanismi antinocicettivi.
Gli agonisti di CB2 (come il β-cariofillene), al contrario, hanno dimostrato di sopprimere il dolore senza gli indesiderati effetti motori degli agonisti del CB1.
Dolore
L’infiammazione è una reazione fisiologica a un danno o lesione dei tessuti causata da traumi, infezioni, corpi estranei o reazioni immunitarie. Si verifica con la sintesi di mediatori infiammatori e l’induzione del dolore attraverso l’attivazione e la sensibilizzazione dei nocicettori. Il dolore svolge un ruolo cruciale nel corpo. Infatti lo protegge contro stimoli nocivi e promuove la riparazione delle lesioni locali. La nocicezione è il processo che determina la percezione del dolore. Inizia con la trasformazione di stimoli ambientali (fisici o chimici) in potenziali d’azione sui recettori del dolore (nocicettori) situati nelle fibre nervose periferiche. Culmina poi nel loro trasferimento ed elaborazione nel sistema nervoso centrale.
Diversi prodotti naturali, tra cui gli oli essenziali (OE) e le sostanze volatili e fortemente profumate presenti nelle piante aromatiche sono stati studiati in vari contesti, compresa la percezione del dolore. Tra questi si distinguono per le loro attività
- β-cariofillene, un sesquiterpene biciclico presente negli OE di Cannabis sativa, chiodi di garofano, resina d’olio di copaiba e pepe nero, presenta forti proprietà, anti-infiammatorie, analgesiche e battericide.
- L’eugenolo, uno dei principali componenti dell’olio essenziale di chiodi di garofano, è in grado di alleviare il dolore neuropatico, ed ha proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti.
Gli acidi grassi polinsaturi come l’acido docosaesaenoico (DHA), che appartiene alla classe omega-3, sono stati anche studiati. In particolare nella modulazione dell’infiammazione attraverso la sintesi di mediatori che stimolano la risoluzione dell’infiammazione. È stato anche dimostrato che il β-cariofillene potrebbe avere effetti migliorati quando somministrato con il DHA.
Algistat complex è l’integratore di TGD a base di olio essenziale di chiodi di garofano e DHA. Offre un importante supporto contro lo stress ossidativo.