La fibromialgia è una condizione medica complessa caratterizzata da dolore cronico diffuso, affaticamento e rigidità muscolare. Questa sindrome colpisce principalmente le donne e si stima che coinvolga circa il 2-4% della popolazione mondiale. Nonostante la sua diffusione, la fibromialgia è ancora oggetto di molte incertezze riguardo alle cause e a trattamenti efficaci. La fibromialgia al momento non è ancora stata inserita nei LEA (Livelli essenziali di assistenza) e non è ancora riconosciuta come patologia cronica invalidante dallo Stato. Tuttavia, sono attivi programmi regionali per l’attivazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali.
Quali sono i sintomi della fibromialgia?
I sintomi della fibromialgia possono variare da persona a persona, ma i più comuni includono
- dolore muscoloscheletrico diffuso,
- rigidità muscolare,
- fatica cronica,
- disturbi del sonno e
- difficoltà di concentrazione (detta “nebbia cerebrale”).
I pazienti possono sperimentare sensibilità e dolore anche a leggere pressioni sulla pelle, noto come iperalgesia. Altri sintomi possono comprendere mal di testa, dolore alle articolazioni, formicolio alle mani e ai piedi. Inoltre sono spesso presenti problemi gastrointestinali come il colon irritabile. La fibromialgia richiede una gestione attenta e un approccio multidisciplinare per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Quali sono le terapie in uso?
Quando segni e sintomi non migliorano dopo aver tentato strategie non farmacologiche, con approccio educazionale ed attività fisica, può essere necessario ricorrere all’uso di farmaci. Tutte le linee guida sono concordi nel raccomandare che la terapia farmacologica faccia parte di un approccio multidisciplinare. Infatti, possono essere consigliati antinfiammatori, antidepressivi ed oppioidi minori. Solo in alcuni casi possono essere suggeriti. Si tratta di farmaci che aiutano a gestire i sintomi, ma che presentano effetti collaterali di diversa entità.
La ricerca di rimedi alternativi per la fibromialgia
Negli ultimi anni una delle novità in campo terapeutico che ha suscitato molto interesse sono gli interferenti con il sistema endocannabinoide. Per questo negli ultimi anni si parla sempre più di cannabinoidi per la terapia del dolore. Questi non hanno un meccanismo di analgesia simile a quello dei FANS. Si tratta di un complesso sistema di comunicazione intercellulare, che modula l’infiammazione e la percezione del dolore. I composti più famosi sono senz’altro quelli derivanti dalla Cannabis (Cannabis sativa), tra cui ci sono il cannabidiolo (CBD) e il beta cariofillene. Quest’ultimo composto, in particolare, è presente anche nell’Olio di Chiodi di Garofano. In passato, infatti, veniva utilizzato come anestetico per il mal di denti.
Studi preclinici hanno evidenziato come il beta-cariofillene agisca sui recettori del sistema nervoso responsabili della percezione del dolore. In particolare, sembra avere un’affinità per i recettori CB2 del sistema endocannabinoide. La ricerca in campo clinico è ancora in fase preliminare, ma i risultati finora ottenuti sono promettenti. Studi condotti su animali hanno dimostrato un effetto analgesico significativo del beta cariofillene in condizioni di dolore cronico. Ulteriori studi su esseri umani sono comunque necessari per confermare questi risultati e valutare l’efficacia del composto nell’ambito della fibromialgia.
I nostri prodotti
Algistat complex è l’integratore di TGD a base di Olio Essenziale di Chiodi di Garofano e DHA. Quest’ultimo è un acido grasso che appartiene alla classe degli omega 3, famosi per il loro effetto protettivo sul sistema nervoso. Questa sinergia di ingredienti si è dimostrata molto promettente nei nostri studi preclinici e stiamo portando avanti il percorso di ricerca per poter offrire rimedi alternativi che possano fornire un valido aiuto per la salute.